Parrocchia Mosso Santa Maria

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Sulle guarigioni



Il propagarsi di circostanze, incontri, preghiere incentrate sulla guarigione, suscitano curiosità e perplessità. La più evidente causa di perplessità pare sia una domanda: " Finora la Chiesa che cosa ha fatto? Non si è resa conto di aver perduto tante occasioni per attirare la gente ? ". La Chiesa è anche una realtà umana e per questo può aver anch’essa subito l’indebolimento nel suo cammino sulla strada del  Vangelo. Credo però che in questo campo sia da porre bene la questione. Mi pare più corretto dire che la Chiesa non ha posto in modo enfatico la sua attenzione all’aspetto della guarigione, sicuramente legato a Gesù e per mezzo del quale Gesù ha dato il segno del compimento della parola dei Profeti.
Ma se pur non avendo riservato enfasi a questo aspetto, la Chiesa ha continuato a credere e a insegnare la potenza guaritrice di Gesù. Che tutta la tradizione della chiesa sia imbevuta da questa convinzione è sufficiente meditare tanti testi di preghiere della S.Messa, celebrate lungo l’arco dell’anno liturgico; le stesse preghiere eucaristiche e in tanti altri testi di benedizioni. Che nella fede popolare tale convinzione sia radicata ne è prova la testimonianza di persone che nella semplicità della loro fede hanno sperimentato l’intervento del Signore; i pellegrinaggi a luoghi di Santuari. L’enfasi con cui oggi si proclama tale aspetto è quanto meno sprovvisto di altri aspetti  della vita dello Spirito. Un’altra perplessità infatti è la cosa in sé. La Chiesa ben sa che la sua missione è di annunciare Gesù nella sua integrità. Enfatizzando il Gesù guaritore, si riduce l’annuncio. La Chiesa infatti deve anche annunciare il Cristo nel Getsemani che non è distolto dal Padre dalla sua sofferenza, oltretutto ingiusta! " Ai suoi servi Dio riserva il crogiolo per provarli, come si prova l’oro col fuoco, per purificarlo". (1Pt.1-7) La Chiesa deve annunciare ai malati che non guariscono il valore del soffrire, con la forza della fede. La Chiesa deve annunciare a coloro che soffrono, che non guariscono che non sono dimenticati da Dio, perché la malattia e la sofferenza non sono sinonimo di "rottura con Dio" o di "abbandono di Dio".
La Chiesa deve insegnare la via della fede che fa gridare sì al Signore:
" Guariscimi, salvami, liberami" , ma che sa porre nel cuore la forza di dire: "Non la mia, ma la tua volontà".
La Chiesa prega sempre per i malati, crede in quell’unzione che è sacramento di sollievo e di guarigione ( olio degli infermi ). E’ davvero una Chiesa vecchia quella che insegna tali cose? O è la vera Chiesa profondamente umana che come Gesù condivide la fatica dell’uomo? E quale fatica ! Persino la fatica della fede davanti al male, alla sofferenza e alla malattia. Eh sì ! Questo è ciò che conta: " Quando ritornerò sulla terra, dice Gesù, troverò ancora fede? " ( Luca 18,8).
Dieci sono stati i lebbrosi guariti, uno solo fu salvato ! (Luca 17,11-19)
Non si è salvato, perché ha deciso di definire Gesù garanzia della sua salute, ma perché ha saputo trovare in Lui, Dio ! E gli altri nove ?  guariti sì…. il dubbio è sulla loro salvezza. Gesù guarisce, è vero ! Il suo guarire però è " una parabola" con la quale egli vuole insegnarci che Lui è la strada della salvezza e vuole far sprigionare dal nostro cuore la fede! L’obiettivo di Gesù non è la guarigione, ma avvicinare l’uomo a Dio. La vera Chiesa di Gesù non può seguire un’altra strada, per adeguarsi alla paura del mondo che la ritiene vecchia e senza emozioni, ma deve avere il coraggio di annunciare che la salvezza passa attraverso la croce di Cristo, sotto la quale "solo pochi" sono rimasti. E’ il Gesù in croce che discrimina il vero credente .
Mosso 03.05.2001                                             Rovagnati don Carlo Maria


 
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