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Si parla di mistica, di esperienze mistiche…..come anche di mistificazione e di misticismo. Ma chi è veramente mistico? Proviamo a dare una risposta.
Noi cristiani non possiamo che fare riferimento al nostro Maestro: Gesù. Gesù era un mistico esemplare. La sua mistica aveva due caratteristiche: conoscenza del Padre e conoscenza dell’uomo. In Gesù la mistica non era dubbio e neppure tentativo di immaginarsi Dio o cercare di divinizzare una umanità pensata e vissuta con criteri suoi. La mistica di Gesù ha un fondamento solido: la volontà del Padre. Chiara, inconfondibile, certa…Ma lo vedeva il Padre? Mentre era sulla terra la sua visione del Padre era nella certezza della sua fede…Gesù sulla terra ha creduto senza vedere ! Un credere senza dubbio, un credere nella certezza: è la sfida della fede che ti fa capire che il vedere Dio sulla terra significa esperienza della sua paternità in tutto ! La vita terrena di Gesù è vissuta misticamente, nel senso che Gesù vive la fatica della fede. Una fatica che non è dubbio….in Lui non v’è il dubbio del Padre, la fatica della fede è per Gesù la fatica a relazionarsi con l’umanità che non vive nella fede. Ma Gesù è un mistico proprio perché in mezzo al dubbio con cui l’umanità vive la sua vita terrena, Egli con fermezza e con coraggio vive la sua fede nel Padre…il suo Dio, vivendo appieno la sua umanità. E’ mistico, perché sospinto dalle preoccupazioni dell’umanità che miravano a distogliere la certezza della Volontà del Padre, Gesù ribadisce con forza e con zelo: prima di tutto la Volontà del Padre mio. Ma Gesù ha vissuto momenti in cui sentiva l’assenza del Padre in cui credeva? Non tanto perché era Figlio di Dio, bensì perché era uomo di fede, Gesù non ha mai vissuto momenti di assenza del Padre, ma ha vissuto momenti in cui ha sentito in se stesso quanto l’uomo, che non crede, ostacoli la rivelazione di Dio nel mondo; ha sentito il peso di questo mondo chiuso a Dio e proprio perché chiuso a Dio è soffocante per l’uomo….perciò è chiaro il suo grido sulla croce: " Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato "…non è la disperazione di chi non vede Dio, ma il dolore di avere su di sé la bruttura di questo mondo che ostacola Dio, a conferma subito: "Padre, nelle tue mani affido il mio spirito". Gesù il maestro di mistica. Subito dopo di Lui…Paolo diventa discepolo della mistica di Gesù. Una mistica solida e profondamente evangelica. Nessun dubbio in Paolo…in Lui vive Gesù, il Cristo…." Non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me". Più nessuno lo doveva importunare, perché Lui aveva il Cristo e con questa forza egli affronterà ogni cosa… "Chi ci separerà dall’amore di Cristo?...nulla ci separerà" . Paolo l’uomo della fede in Gesù Cristo affronta la fatica della predicazione, e deve sopportare la durezza di chi non crede nel Cristo….e anche Lui sarà condannato dal mondo che non fa spazio a Gesù. Ma in Paolo non sorge mai il dubbio o l’oscurità della presenza del suo Gesù….Il mistico cristiano è l’uomo della certezza del Cristo che nel cuore è creduto e nel credere è vissuto…pur senza vederlo.
Il misticismo è invece l’eresia che spinge l’uomo a vedere a tutti i costi il Divino….il misticismo è la forza che sospinge l’uomo all’immaginazione del Divino e si riveste di parole e ruoli sacrali; il misticismo genera presunte visioni, pratiche religiose di poco conto, segreti colloqui angelici, rivelazioni e confidenze….pretenziose di profezia. Fa assumere atteggiamenti di affettata religiosità e umiltà…atteggiamenti di austerità riguardo al corpo….tale pericolo si nasconde specialmente in coloro che hanno ruoli tra le gerarchie…visto che il Signore Gesù metteva in guardia i suoi discepoli dall’ipocrisia dei Farisei, guide del popolo…..ma in realtà il misticismo alimenta l’orgoglio, cosicché l’uomo è incatenato dal grande peccato che si oppone alla rivelazione di Dio….e l’uomo corre verso la sua morte.
MOSSO, 14 settembre 2007
Don Carlo Maria Rovagnati