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Costituzione Istituto Musicale
Parte I°
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Radice e collocazione
della Musica
1.
Sin dall’antichità, l’uomo sente la musica come un’espressione di sé che esce dall’animo in modo spontaneo .
2.
L’espressione musicale diventa un mezzo col quale l’uomo esprime le sue più intime situazioni; le sue emozioni di fronte agli avvenimenti della sua storia; i suoi sogni e le sue aspirazioni.
3.
Perciò l’uomo da sempre ritiene la musica come un’ espressione che appartiene alla sua stessa natura umana.
4.
Angoscia, tormento, disperazione, passione, gioia, tenerezza, lode, meditazione, gratitudine, stupore, meraviglia, amore sono i movimenti dell’animo umano che, con maggior accentuazione ed efficacia, vengono detti con la musica.
5.
Così la musica, nel suo esprimersi col suono, canto e ritmo, è certamente parte incontestabile dell’animo umano che con spontaneità e immediatezza sa trasmettere i suoi moti.
6.
Quando questa spontaneità viene presa in considerazione e viene coltivata con volontà benevola e decisa, la musicalità diventa allora arte.
7.
L’arte musicale, sin dall’antichità, inizia il suo cammino verso una sempre maggior conoscenza e perfezione.
8.
La bellezza della musica è tale che nella grande cultura greca, simbolo delle culture antiche, è collocata nel mondo degli dei ed è quindi considerata un dono divino.
E’ la Musa che dà all’uomo l’arte musicale: Clio per il canto epico; Tersicore per la musica lirica e la danza; Euterpe per la lirica monodica; Polimnia per la danza e il canto sacro.
9.
L’attribuzione alla Musa lascia intendere in modo chiaro la convinzione che:
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Nel coltivare la musica l’uomo si sente inserito nel mondo degli dei.
10.
Per tale ragione la Musica ha un potere di elevazione : ha la forza di strappare l’uomo dalle sue dimensioni terrene e innalzarlo verso dimensioni spirituali.
11.
Il potere spirituale della Musica è quello di saper dire col canto, col suono, con la danza le vicende, le problematiche, le diverse situazioni dell’uomo; ma mentre le racconta mette nell’uomo l’impeto, la forza, l’entusiasmo di affrontarli, con la certezza di superarli.
12.
Poiché è dalla divinità, la musica ha la forza di penetrazione nell’animo; la forza di pacificazione dello stesso animo verso la propria storia; lo slancio di elevazione dalla propria storia.
13.
Questo modo di guardare e vivere la Musica è "sacrale".
La Musica è "sacra" in radice, perché è ritenuta un dono con cui la divinità si comunica all’uomo.
14.
Al tempo in cui quella divinità sconosciuta, che ha ispirato ai greci la lettura sacra della cultura, compresa la Musica, ha deciso di iniziare la sua Rivelazione, ha voluto per sé un popolo: Israele.
Ad esso è affidata la conoscenza e la presenza dell’Unico e vero Dio.
15.
La storia della gente di Israele deve essere una risposta determinata e gioiosa alla presenza di Dio in mezzo a loro. Emerge con evidenza che tale risposta è data con una vita che si esprime con il gusto del bello, dell’artistico per il Signore che suscita la gioia della festa.
In questo modo di gioire per lo stare con Dio, ha una parte notevole l’arte musicale nella sua completa espressione di suono, canto, danza e ritmo.
16.
Anche per Israele la musica è dono dato da Dio all’uomo, affinché l’uomo con l’arte musicale sappia lodare lo stesso Dio e sappia raccontare con festosità le opere meravigliose che Egli compie per l’uomo : è Dio l’ispiratore di ogni espressione musicale.
17.
Nella Tradizione che Israele ci ha lasciato nei testi della Sacra Scrittura emergono i Salmi.
Essi sono la proclamazione delle opere di Dio; sono la presentazione a Dio delle diverse situazioni personali e sociali, per ottenere il suo aiuto, il suo intervento. Opera di spiritualità e di teologia, ma i Salmi sono un’opera musicale. Essi venivano acclamati con canto, strumenti, danze.
E’ un chiaro documento che ci attesta come la musica nella sua ampiezza di espressione sia strumento di comunicazione tra la realtà terrena dell’uomo e la realtà spirituale di Dio.
18.
L’esperienza di Israele conferma e completa l’ intuizione della civiltà greca: la musica è insita all’animo umano ed è dono di Dio; ma Israele compie un passo avanti, perché afferma che non sono le Muse che ispirano l’arte della musica, ma è l’ispirazione che viene dall’Unico e Vero Dio, che ha creato il mondo e l’uomo a Sua Immagine e Somiglianza; per questa ragione l’uomo partecipa alle qualità di Dio stesso.
E’ così che la musica ha definitiva conferma di essere sacra in radice.
Parte II°
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La Musica affidata all’uomo
19.
Sacra in radice, perché dono di Dio all’uomo, la Musica è così affidata alla responsabilità dell’uomo.
20.
L’uomo prende in consegna questo dono dall’alto e lo deve custodire e coltivare servendosi delle facoltà che ritrova in se stesso: intuizione, fantasia, ragionevolezza, sentimenti ed emozioni, pensiero e corporeità.
21.
Custodire e coltivare la Musica con le facoltà che l’uomo ritrova in se stesso rimane tuttavia un compito, che per essere svolto, ha bisogno di armonia. L’uomo perciò deve armonizzare in se stesso tutte le sue facoltà, perché sia assicurato lo sviluppo della musica, data come seme che deve crescere.
22.
Solitamente l’armonizzazione che serve a coltivare la musica è data dall’ "ispirazione".
Essa è una luce che assorbe e accentra tutte le facoltà dell’uomo e lo rende capace di armonia.
L’ispirazione è di nuovo una luce che non è umana, ma prende l’uomo e lo eleva dal ristretto orizzonte, proprio delle sue stesse facoltà; così l’uomo viene elevato e in questa elevazione egli trascina tutto se stesso e costruisce quella musicalità che realizza il compito di custodire e coltivare la musica, data in dono.
23.
Affinché l’ispirazione trovi posto nell’animo dell’uomo è tuttavia necessario che l’uomo abbia la predisposizione a vivere in modo aperto all’ispirazione.
Per essere aperti all’ispirazione l’uomo deve aver capito : a) che la Musica è dono di Dio; b) che lo sviluppo della Musica è prima di tutto un modo con cui si è riconoscenti a Colui che è sorgente della Musica, in quanto Dio è il primo artista ed è la sorgente di ogni arte, è armoniosità, festa e gioia; c) che è volere di Dio che la Musica trovi il suo sviluppo, la sua perfezione e diventi un’occasione in cui l’uomo esprima, attraverso di essa, la complessità armoniosa del suo spirito, della sua anima, della sua corporeità. Coltivare così la musica significa ringraziare e lodare Dio per questi suoi doni.
24.
L’uomo può anche non aprirsi all’ispirazione e fare comunque musica; ma tale musica sarà tecnicismo e quindi musica che lascia nell’orizzonte della terrenità:
stimolerà i sentimenti, smuoverà gli istinti, risveglierà le passioni, ma lascerà l’uomo in balia di tutte queste cose e quindi di se stesso e non aprirà l’uomo verso lo squarcio dell’infinito. Questa musica, risvegliando solo l’uomo nelle sue facoltà, lo mette in condizioni di un trasporto verso la mistificazione di se stesso, delle sue facoltà e la musica diventa così motivo di squilibrio, di incontrollate reazioni, ed è questa musica, che con tutta franchezza, diciamo essere frutto di peccato, in quanto non essere più in grado di elevare l’uomo, ma lo costringe alla sola dimensione terrena e materialistica.
25.
La Musica può così diventare anche deviazione per l’uomo, ma questo ci conferma il potere che la musica ha su tutto l’essere umano.
26.
E’ sulla base di questi modi diversi di affrontare la musica che allora si decide quando la musica può considerarsi davvero sacra e quando profana. La musica viene profanata dall’uomo quando non è più l’espressione pulita e armonica di tutte le sue facoltà, guidate e armonizzate dall’ispirazione.
27.
Ancora una volta viene data all’uomo la responsabilità di mantenere nella sua sacralità questo dono oppure di dissacrarlo, privandolo della sua originale dimensione spirituale che aiuta ad elevarsi verso Dio.
28.
Al di là della definizione in uso di musica sacra e profana, è necessario rivalutare il senso; pertanto se la Musica è elevazione dell’uomo al trascendente è sacra o se è semplicemente sollecitazione di moti che lasciano l’uomo nel godimento della sua dimensione terrena è profana.
29.
Essendo la musica uno strumento per raccontare e comunicare la forza di avvenimenti, situazioni, circostanze, stati d’animo, è evidente che nel suo esprimersi è varia. La Musica parla così di Dio, dell’uomo, della donna, dell’amore, dell’odio…: in tutto questo permane la sua sacralità, se si rivela ispirata; profana se non ispirata.
PARTE III°
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Il nostro Istituto Musicale
30.
L’idea di costituire un Istituto per la cultura musicale comporta innanzitutto credere a quanto abbiamo precedentemente detto, circa la radice della musica e la sua importanza nello sviluppo della armoniosità della persona.
31.
Istituto è termine che lascia immediatamente trasparire l’idea di stabilità; in effetti la nostra convinzione è quella di dare vita ad una realtà che stabilmente sia un punto di riferimento per tutti coloro che vorranno trovarvi aiuto per lo sviluppo delle capacità musicali.
32.
L’Istituto deve garantire una formazione tale che non sia solo tecnica, ma che consenta agli allievi di crescere nella conoscenza e nella capacità di vivere la musica come espressione di comunicazione umana, contributo alla formazione della propria persona, questo perchè la musica richiede la partecipazione di tutte le facoltà della persona per raggiungere quella maturità musicale che diventa vera arte; nello stesso tempo la persona deve affinare, modellare le proprie capacità perché sappiano portare la musica al raggiungimento della maturità. In questo senso la formazione musicale diventa aiuto alla formazione umana, culturale, sociale.
33.
Compito importante è quello degli insegnanti delle varie attività musicali. Essi dovranno saper comunicare una musica viva, carica di partecipazione di tutte le facoltà quali l’intelligenza, la fantasia, il sentimento…. Dovranno saper crescere gli allievi in questa musicalità di partecipazione attiva e festosa, anche se tutto questo richiede fatica, costanza e volontà.
34.
L’insegnamento dei vari corsi deve essere impostato seguendo i criteri in vigore presso i Conservatori, per dare agli allievi la possibilità di eventualmente accedere agli esami pubblici.
35.
Lo stile adottato dagli insegnanti nel rapporto con gli allievi deve avere a fondamento il rispetto della persona sia quella adulta che la persona ancora minorenne. Tale rispetto deve saper creare un rapporto di familiarità equilibrata. L’ allievo/a deve sentirsi bene col suo insegnante, ma nello stesso tempo deve avere sempre chiaro di trovarsi di fronte ad una persona da cui deve imparare; l’insegnante deve sentirsi bene con l’allievo/a, ma nello stesso tempo deve tenere sempre molto presente di trovarsi di fronte ad una persona con una propria dignità.
36.
L’ insegnamento, per rispetto alla dignità degli allievi e per la serietà dell’Istituto, deve essere esigente nel proporsi e nel chiedere risposta;
Ciò sarà garanzia di maturazione e insieme un valido contributo a fare.
37.
Dall’istituto tuttavia dovrà essere allontanata ogni forma di rapporto che vada oltre quella richiesta dalla finalità propria. La serietà dell’istituto incomincia proprio dal coraggio di avere e di difendere una chiara e definita fisionomia; questa non è data solo dal livello di insegnamento proprio scolastico, ma anche dal livello di vero interesse per la crescita della persona e il gioioso rispetto della sua dignità.
In questo gli insegnanti dovranno essere autorevoli, pena lo scadere morale dell’insegnamento stesso.
38.
Gli allievi sentano e condividano la serietà proposta, con la volontà di impegnarsi a sviluppare quelle tendenze dimostrate al momento della decisione di frequentare l’istituto.
39.
Per quanto riguarda gli allievi minorenni, che dipendono ancora dalle loro famiglie, si rende necessario che l’Istituto valuti e disponga delle modalità con le quali rendere partecipi i genitori dell’andamento sostenuto dai figli, affinché si inserisca nella mentalità di cooperazione con coloro che sono i primi educatori dei figli.
Il rapporto Istituto-
40.
Agli insegnanti viene richiesto che tra loro vi sia un rapporto di vera collaborazione, affinché venga a costruirsi un’immagine di Istituto che sia autorevole per qualità e serietà, in un clima di profonda umanità e grande delicatezza, di condivisione di decisioni delle linee e programmi scolastici e formativi.
41.
Conservando l’immagine delineata nei paragrafi precedenti, l’Istituto propone in prima istanza la formazione scolastica dei vari corsi strumentali e vocali.
42.
Oltre a questo l’Istituto si assume la responsabilità culturale di diffondere la bellezza dell’arte musicale attraverso tutti quei mezzi significativi che gradualmente potranno essere assunti e utilizzati.
43.
L’Istituto si ponga in prospettiva di espansione, incoraggiato e sospinto dal desiderio di far conoscere e far apprezzare la musica nella sua espressione di arte e di umanità.
44.
L’istituto non si sottragga ad eventuali rapporti con altre realtà musicali che si pongono la stessa finalità e con i quali sia possibile una collaborazione per conseguire le medesime; il tutto sia visto come una reale possibilità di servizio e di arricchimento; di aggiornamento e di apertura.
45.
Pur rispettando i tempi di crescita dell’Istituto stesso, l’impostazione scolastica venga elaborata tenendo in considerazione l’importanza non solo dello studio tecnico del ramo musicale proprio di ogni allievo, ma anche la parte storica e la conoscenza diretta delle varie opere.
46.
Poiché siamo inseriti in un sistema sociale che scandisce ogni cosa nella logica di "costi" e quindi di "denaro", l’Istituto dovrà avere ovviamente delle congrue risorse economiche per poter realizzare il suo progetto culturale.
47.
Risorse economiche proverranno all’istituto da quelle fonti che sono proprie di queste istituzioni:
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48.
Poiché l’Istituto si regge sulla convinzione che :
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l’Istituto stesso dovrà provvedere premurosamente e rispettosamente a trovare il modo per superare tale situazione, dando così prova di credere davvero alla forza della cultura musicale, che non può e non deve essere sottomessa all’arido potere del denaro, pur servendosi di esso per la realizzazione delle proprie espressioni.
49.
L’Istituto non deve essere elitario nella scelta degli allievi; non deve cioè prediligere i benestanti e trascurare chi sta meno bene, ma deve essere una struttura capace di offrire a tutti, senza distinzioni di ceti sociali o di altre distinzioni create dai vari tessuti di relazioni umane, il servizio di aiuto e sostegno a chi intende coltivare la cultura musicale.
50.
Gli ambienti usati come aule di attività proprie dei vari corsi siano tutte decorose, attrezzate e provviste di quegli accorgimenti che servono a dare all’ambiente un’impronta rispettosa della persona umana: ambiente caldo, accogliente, rassicurante e nel medesimo tempo all’altezza dei mezzi che servono a sostenere l’impianto di una scuola di questo tipo.
51.
Che davvero questa istituzione sia sempre piena di entusiasmo e di desiderio attivo e deciso di trasmettere alla nostra società arida e dissacrante un contributo di sacralità che passa attraverso la gioiosa cultura di uno dei tesori che fanno la ricchezza dell’animo umano.