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Atti .10,34a.37-
Colossesi 3,1-
Luca 24,13-
E Paolo sta chiedendo ai suoi cristiani: Ma voi siete o non siete risorti con Cristo?
E questa domanda, rivolta ai Colossesi, non è una domanda così superficiale, ma è una domanda di fondo, per dire: Voi vi dichiarate cristiani, voi siete una comunità che vuol essere cristiana, ma siete risorti con Cristo o no? Avete dentro di voi questa certezza di essere risorti con Cristo?
Ed è evidente che questa domanda, che Paolo rivolge ai Colossesi, presuppone almeno due conoscenze:
primo: ti rendi conto di che cosa voglia dire che Gesù è risorto?
secondo: se ti rendi conto di che cosa voglia dire che Gesù è risorto, sai poi come deve essere la tua vita?
Anche questa mattina, la stessa domanda viene rivolta anche a noi: noi siamo coscienti che il Signore è risorto?
Proviamo a capire anche semplicemente che cosa Paolo vuole dire ai cristiani di Colossi, ma che cosa vuole dire anche a noi.
Siete coscienti che il Signore è risorto? …
Paolo risponde e dice ai suoi cristiani: Adesso vi dico come dovete fare a capire se voi siete coscienti che il Signore è risorto e voi siete risorti con Cristo. Quale è il segnale? Come si fa a capire?
E Paolo: Dipende da quello che voi cercate: se cercate le cose della terra, non siete risorti con Cristo; se cercate "le cose di lassù", siete risorti con Cristo.
Pertanto la comunità cristiana deve confrontarsi esattamente su questa verità: Che cosa cercate: "le cose di quaggiù" o "le cose di lassù"?
Ma quali sono "le cose di quaggiù" e che cosa vuol dire "cercare le cose di quaggiù" o "cercare le cose di lassù"?
Questo passaggio di Paolo presuppone, ancora una volta, una profonda conoscenza di sé … "Cercare le cose di quaggiù" significa che dentro di noi non abbiamo ancora fatto un certo salto.
Il salto è questo: ma dentro di te come hai deciso di vivere? Dove vai tu ad attingere i criteri della tua vita? Li vuoi attingere dalla conservazione di te stesso o li vuoi attingere perché decidi che la tua vita deve essere fatta per la gloria del Signore? … e qui è la domanda di fondo.
Se noi cerchiamo noi stessi, se noi cerchiamo di difendere noi stessi in questa vita terrena, è ovvio che cerchiamo "le cose di quaggiù". E se dentro di noi c’è ancora questa volontà che noi dobbiamo a tutti i costi affermare noi stessi, conservare noi stessi, fare in modo di non perdere noi stessi, noi cercheremo sempre "le cose di quaggiù" , perché sono "le cose di quaggiù" che ci garantiscono, sono "le cose di quaggiù" che ci danno la forza di dire: Oh, finalmente adesso ho tutto quello che mi serve! … Sono "le cose di quaggiù" che riempiono questo nostro vuoto che sentiamo nel nostro intimo.
Allora Paolo dice: Che cos’è che cercate dentro di voi?
La Pasqua è esattamente il momento in cui noi dobbiamo, con verità, confrontarci. Noi diciamo anche oggi "Il Signore è risorto"; ma che cosa c’entra che il Signore sia risorto, se la nostra vita continua a vivere cercando "le cose di quaggiù"? Che cosa c’entra, se noi andiamo a Messa il giorno di Pasqua e poi durante la nostra vita cerchiamo "le cose di quaggiù"? Quel Signore non è entrato dentro di noi, per cui è come se non fosse risorto per noi! Perché la Risurrezione ha una pretesa: tu accogli dentro di te lo Spirito del Signore Risorto, il quale ti porta ad allontanarti sempre più dalle cose della terra, ad allontanarti sempre più dalle sicurezze terrene, perché vuole che tu ti fidi solamente di Lui! … questo è lo Spirito del Risorto!
Infatti Paolo dice: "Cercate le cose di lassù".
Ma "le cose di lassù" quali sono?
"Le cose di lassù" non sono delle cose numerate, nel senso di dire che dobbiamo andare a cercare l’elenco delle cose di lassù … "Le cose di lassù" è una cosa sola: "Gesù Cristo, seduto alla destra di Dio", cioè Gesù Risorto.
Allora … "non cercate più le cose di quaggiù, ma cercate le cose di lassù" … è il modo con cui, dice Paolo, voi Colossesi potrete vivere la Pasqua del Signore.
Ma, adesso, è ovvio che questa Parola diventa difficile nell’applicazione, proprio perché, forse, non siamo neanche abituati a sentire questo passaggio, perché noi usciamo da una tradizione cristiana che, purtroppo, ci ha abituato a risolvere il problema del rapporto con Dio solamente con delle espressioni esteriori. Il nostro cuore non è stato scomodato nei confronti di Gesù … proprio perché la fede significa fare alcune cose, la fede significa dire alcune preghiere, la fede significa celebrare alcuni riti religiosi … ma non è così!
Paolo questa mattina ce lo dice: La fede è un’altra cosa, è il coraggio di non cercare più "le cose di quaggiù", è il coraggio di vivere su questa terra non confidando nelle cose della terra, ma gettando tutta la nostra fiducia solamente in Gesù! … questa è la fede.
Allora, se dentro di noi non c’è questo passaggio, è ovvio che noi non viviamo la fede, e tanto meno la fede cristiana.
Allora capite dove vuole arrivare San Paolo? Vuole arrivare a dire ai Colossesi: Svegliatevi! Non illudetevi! Non pensate anche voi come i farisei e come gli scribi, che pensano di essere salvi perché osservano esteriormente la legge! Non siate più come loro, che credono di essere salvati perché adempiono pienamente tutte quelle che sono le ritualità imposte dalla legge! Dio ha bisogno del vostro cuore, non ha bisogno della vostra esteriorità! Dio ha bisogno di vedere quanto voi dentro nel vostro cuore vi fidate di Lui!
E, allora, ecco l’invito: fidatevi di Gesù! "Cercate le cose di lassù" significa dunque esattamente così: imparate a vivere in questo mondo, imparate a vivere sulla terra fidandovi di Gesù.
Ma quale è concretamente la differenza del vivere per se stessi e del vivere per Gesù? La differenza la toccate poi con mano, bisogna provarla per poterla, poi, capire a fondo … ma la differenza è tangibile, proprio perché questa espressione di Paolo non vuol dire che allora adesso dobbiamo vivere fuori dal mondo … i cristiani non sono quelli che vivono fuori dal mondo, ma sono quelli che devono vivere nel mondo, perché Gesù lo ha detto chiaro: "Io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi", cioè Gesù non dice ai suoi discepoli: Io adesso vi procuro un ambiente in cui siete tutelati, un ambiente in cui siete difesi. No, no! Voi dovete vivere nel mondo! E dovete vivere in mezzo a quel mondo che non vuole Dio, che non riconosce Dio! E voi dovete vivere lì! … perciò il cristiano non è quello che vive in una icona difesa, tutelata da quelli che sono i pericoli di questo mondo, ma il cristiano deve fare i conti con tutta la realtà del mondo. Ma quale è la differenza, allora?
La differenza è quella che Gesù ci ha indicato nel suo stare in mezzo al mondo; Gesù dice apertamente: Io sono in mezzo al mondo, ma non mi appoggio a nessuna forza di questo mondo, "perché io non sono venuto a fare la mia volontà ma la volontà del Padre mio che è nei cieli". Pertanto il cristiano è quello che vive nel mondo, ma dentro di sé non si appella a nessuna forza del mondo … e questa è la cosa più difficile, proprio perché, vivendo nel mondo, ci viene spontaneo appoggiarci alle potenze di questo mondo, a quelle potenze che in qualche modo promettono la conservazione di noi stessi. Noi siamo troppo esposti a questa pericolosa situazione; noi quando diciamo che questa situazione è buona, che questa persona è brava, che questa situazione è proprio giusta … quando usiamo queste espressioni, dobbiamo fare attenzione, perché dobbiamo chiederci: In che senso è buona? In che senso è giusta? E’ buona ed è giusta solamente perché corrisponde a quello che voglio io? … Ma, allora, vedete che noi siamo diventati il criterio della bontà e della giustizia: cerchiamo noi stessi! E’ difficile per noi fare questo salto, perché noi siamo obbligati a dire dentro di noi: Questo è buono, perché è conforme alla volontà di Gesù!
Questo è giusto, perché è conforme al Vangelo di Gesù, non perché è conforme a quello che io desidero, non perché è conforme a quello che io voglio!
E questo passaggio è quello che, di solito, non si fa mai. Ed è per questo che, davvero, Paolo dice: Attenti a non illudervi, perché "se siete risorti con Cristo, cercate adesso le cose di lassù, dove Gesù è seduto alla destra di Dio"; per cui quel Gesù diventa criterio della vostra vita: è da Lui che dovete attingere i criteri del vostro vivere! Se non c’è questo salto, è ovvio che non c’è la fede!
E, in altra parte, Paolo definisce la fede come appunto questo coraggio di attingere da Gesù l’ispirazione delle tue azioni: il tuo modo di vivere.
Allora il nostro modo di vivere è davvero da risorti in Cristo Gesù?
Analizziamo la nostra vita personale, analizziamo la nostra vita sociale, analizziamo la vita del nostro paese, analizziamo la vita dei nostri rapporti, dei rapporti esistenti in questo paese: Ma, secondo voi, sono rapporti ispirati al Cristo Risorto? Questa comunità cristiana, che dice di essere cristiana in questo paese di Mosso, è una comunità che veramente ha capito la Risurrezione del Cristo?
No! – vi dico – perché qui il Cristo, purtroppo, non è conosciuto, è conosciuto solamente teoricamente, è conosciuto solamente con le ambizioni di chi si dice cristiano ma non lo è! Qui il Cristo non ha ancora affondato le sue radici, perché c’è odio, perché c’è scontro, perché c’è menzogna, perché non c’è benevolenza, perché non c’è rispetto … perché c’è prevaricazione, c’è banalità ! Questo paese è un paese di morti, perché non riconoscono più il Cristo!
E noi siamo qui, oggi, a dire che il Cristo è risorto; ma, se il Cristo è risorto, lo dovremmo vedere nei fatti, lo dovremmo vedere nel cambiamento della nostra vita, lo dovremmo vedere in una comunità che finalmente ha capito che deve "cercare le cose di lassù".
Ecco, allora, la consegna che anche oggi Paolo fa alla comunità di Colossi … alla comunità, capite?, non a una persona, ma alla comunità! Perché l’annuncio del Risorto non è un annuncio individuale, è un annuncio di una comunità che crede!
E fino a quando non c’è questa comunità che crede, non c’è la testimonianza del Risorto! Anche se pretendiamo di essere cristiani, ma non lo siamo perché la nostra vita non è ispirata al Cristo, ma è ispirata alle nostre sensazioni, alle nostre emozioni, ai nostri ragionamenti.
Ecco, allora, la proposta di oggi: Cristo è risorto, ma voi dovete risorgere con Lui, dovete dare un capovolgimento alla vostra vita! Questo capovolgimento che non ce lo dobbiamo aspettare dagli altri, ma è un capovolgimento che deve avvenire prima di tutto dentro di noi: "Cercate le cose di lassù".
E’ ovvio che se tutti quanti noi non ci mettiamo d’accordo nel cercare "le cose di lassù" … non nell’andare d’accordo … smettiamola con queste illusioni! La Pasqua non è l’andare d’accordo, ma è il cercare "le cose di lassù" … solamente quando cercheremo "le cose di lassù", ricadrà su di noi la forza dell’andare d’accordo. Smettiamola di illuderci con queste sensazioni politiche e sociali e religiosamente mistificatrici! Il Cristo è Dio! E se tu non entri in Dio, tu questa comunità non la costruirai mai! … Saremo sempre dei dispersi! Ecco, allora, la forza di oggi: Cristo è risorto, "cercate le cose di lassù"! E non pretendete di essere comunità cristiana senza cercare le cose di lassù!
Ecco, il Signore ci dia questa grazia: apra i nostri cuori, apra la nostra mente, perché finalmente sappiamo vedere oltre, perché finalmente passiamo gli orizzonti ristretti di queste mentalità assurde che fanno morire la dignità dell’uomo, apriamo questa mentalità che ci fa vedere Colui che ha passato i cieli ed è "seduto alla destra di Dio"! … Ma se anche noi facciamo questo passaggio, anche noi saremo seduti alla destra di Dio!
Cerchiamo "le cose di lassù"!
"Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con Lui nella gloria.