Parrocchia Mosso Santa Maria

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Biblioteca dei Canonici



La biblioteca ritrovata dei Canonici
di Marco Aimone

                             La parrocchia di Mosso S. Maria custodisce, tra le numerose testimonianze di un ricco passato d’arte e di fede, una biblioteca con antichi volumi di soggetto sacro e profano, davvero notevole per il numero e la qualità dei libri in essa custoditi: infatti, fa questi, spicca una raccolta di "cinquecentine" sorprendente non solo per il numero di esemplari e l’eccellente stato di conservazione, ma anche per il suo carattere omogeneo, essendo formata da testi di autori dell’Antichità Greco – latina, di padri della chiesa e di teologi medieali. Un tesoro di conoscenza e cultura classica che Mosso S. Maria ha conservato gelosamente nel tempo e che ora, per la prima volta, viene presentato al pubblico.
                           Sono i libri stessi a svelare la loro origine e la loro storia. Aprendo la copertina, la prima pagina ne rileva inequivocabilmente la provenienza: "Est S. Sebastiani Bugellae" si legge sui frontespizi, ossia provengono dall’antico convento lateranense di S. Sebastiano di Biella.
                           I Canonici Lateranensi giungono a Biella nel 1499 grazie all’impegno, politico e finanziario, del grande Sebastiano Ferrero, una delle figure più importanti nella vita politica piemontese e italiana della seconda metà del Quattrocento: il grande convento per loro costruito diventa subito un punto di riferimento culturale di primo piano nel territorio, essendo sede del noviziato dell’Ordine per il Piemonte e di un collegio per l’educazione dei giovani rampolli dell’aristocrazia. La spiccata vocazione culturale dei Lateranensi si manifestava specialmente nel campo delle lettere per cui i loro conventi custodivano veri tesori cartacei: anche a Biella, sappiamo dai documenti, esisteva una ricca biblioteca composta dalle opere dei grandi autori latini della classicità fino ad arrivare ai più illustri cristiani. La soppressione del convento (1798) e le devastazioni dell’occupazione francese sotto Napoleone rischiavano di cancellare per sempre l’eredità di questa felice stagione umanistica: infatti, oltre a tante opere d’arte, sembrava sparita per sempre, senza lasciare traccia la biblioteca conventuale, con i suoi preziosi volumi, negli anni tormentati in cui, cacciati i canonici, i soldati occupanti si erano installati sotto le antiche volte.
                          Oggi quella stessa biblioteca è stata ritrovata, permettendo nuovamente di contemplare quei libri raccolti con gusto umanistico e di scoprire quali letture i religiosi prediligevano nel Cinquecento. Portati via dalla sede originaria, i libri hanno trovato rifugio nella pace e nella tranquillità di una vicina valle: il trasferimento di questi volumi deve essere avvenuto negli anni immediatamente successivi alla soppressione, anche se nessuna notizia sicura ci permette di ricostruire esattamente tali circostanze.
                           Aprendo gli armadi che custodiscono questi tomi compaiono subito i candidi dorsi in pergamena con i titoli scritti da mani sicure in eleganti caratteri corsivi. Tirandoli fuori dagli scaffali, uno dopo l’altro, i volumi svelano il loro contenuto, la loro data, il loro luogo di edizione: ecco una grande edizione dei poemi di Virgilio, ornata di xilografie con paesaggi bucolici e scene di guerra, o un lessico greco – latino ad uso degli studenti intenti ad apprendere la lingua di Omero, ecco ancora le opere di Agostino, la cui regola di vita comunitaria era seguita dai canonici, e poi un piccolo volume di medicina, con le prescrizioni della Scuola Salernitana raccolte e commentate.
                       Questa biblioteca rinascimentale, accanto al monumentale complesso di S. Sebastiano, rappresenta l’eredità che l’Ordine Lateranense ha lasciato al Biellese e che Mosso S. Maria ha raccolto: un’eredità preziosa, soprattutto per il patrimonio di valori e di idee, che possono dire ancora così tanto agli uomini del nostro tempo.





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